SFATIAMO I MITI: Meglio i surgelati che verdure “stanche” e meglio informarsi su latte, glutine, zucchero e uova!

By Primo Vercilli,

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In un’epoca in cui si costruiscono miti in pochi giorni e altrettanti se ne demoliscono, appare molto difficile sfatare miti presenti in campo alimentare ormai da anni; miti che, tra l’altro, vengono sempre più sfruttati anche da industrie alimentari per puri fini commerciali. Visto che la scorsa volta ci siamo chiesti se effettivamente sappiamo cosa mangiamo, mi pare giusto, a questo punto, approfondire meglio, con dei semplici spot, alcune incongruenze nel campo alimentare al fine di permettervi una riflessione più adeguata.

 

PREGIUDIZI SUI SURGELATI

Intanto, a proposito delle verdure, mi raccomando: smettetela di pensare che il cibo surgelato contenga minori proprietà rispetto a quello fresco! Ci sono alcuni studi che riportano come i cibi surgelati siano in grado di conservare meglio i nutrienti, anche perché vengono normalmente congelati subito dopo la raccolta; spesso invece le verdure fresche rimangono in attesa di essere consumate anche per 10-15 giorni e, chiaramente, questo porta ad una perdita notevole di vitamine e sali. Ma la cosa un pò più sconcertante è che molti di noi evitano magari di consumare la verdura surgelata (perché non va bene) e poi si riempiono di integratori alimentari con finalità antiossidanti! Anche qui, attenti: ci sono moltissimi studi che dimostrano come la natura sia sempre più efficace dell’industria. È stato dimostrato che, per esempio, il pomodoro preso per intero ha delle proprietà antiossidanti decisamente più efficaci rispetto al suo componente principale, che è il licopene (di cui, ovviamente, esistono le compresse!).

UN CALCIO AL LATTE

E che dire del latte e del calcio? Ancora oggi molti sono convinti che, per assicurare un buon apporto di calcio all’organismo, la cosa fondamentale sia guardare al contenuto di calcio dei cibi. E quindi, cosa c’è di più salutare del latte? Le cose invece non stanno così: quello che conta, nel metabolismo del calcio, è il sottile rapporto tra il minerale che entra nell’organismo e quello che viene eliminato. In una dieta particolarmente ricca in proteine animali – e il latte è un alimento certamente animale – quello che accade è che si acidificano le urine: questa acidificazione delle urine crea un mancato riassorbimento del calcio (quindi il calcio non viene trattenuto dall’organismo), ragion per cui il latte, che è un alimento che apporta calcio, poi facilita la sua eliminazione. Altro problema è anche la combinazione con cui il latte viene assunto: ad esempio caffè e orzo contengono sostanze che si legano al calcio e non ne permettono l’assorbimento a livello intestinale; stessa cosa per i cereali soprattutto integrali, che contengono acido fitico.

Ancora una volta quello che ci salva è un maggior apporto di frutta e verdura (eh sì, perché molti non lo sanno, ma ci sono verdure ricchissime di calcio!), che, se consumate nella raccomandata quantità di 5 porzioni al giorno permettono un apporto di tutti i sali minerali e le vitamine necessarie.

I DANNI CEREBRALI DELLO ZUCCHERO AGGIUNTO

Potremmo poi continuare andare nel campo dello zucchero: quanti di noi sono convinti che basti usare zucchero di canna invece che zucchero raffinato e i nostri problemi sono risolti? Niente di più falso. Non ci sono differenze di tipo nutrizionale tra zucchero raffinato e zucchero di canna, se non alcune impurità e una differenza di sapore, ma sia che utilizziamo uno o che utilizziamo l’altro è bene che cominciamo a fare meglio i conti su quanti “zuccheri aggiunti” sono presenti nella nostra giornata. Infatti il problema sta proprio in questo: non tanto negli zuccheri presenti in un cibo (anche la frutta contiene “zucchero”), ma piuttosto in tutti quelli che sono aggiunti o che noi stessi aggiungiamo per dolcificare. Il risultato non è appena una maggior predisposizione all’obesità o al diabete, ma anche la difficoltà di apprendimento e depressione. Infatti, a livello cerebrale, anche se i neuroni per funzionare hanno bisogno di zuccheri, l’uso di quelli di tipo “aggiunto” riduce la produzione di una proteina detta “fattore neurotrofico cerebrale”, senza la quale apprendimento e memoria vengono messi in difficoltà.

LA COLPA NON È SOLO DEL GLUTINE

Passiamo poi alla moda del gluten-free.

Il glutine è una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale ed è diventata un additivo onnipresente non solo nel cibo, perché aumenta masticabilità e consistenza di cibo, ma anche in medicinali, vitamine e colle. Molte persone sono sensibili al glutine, ma visto che tante sono le sostanze che creano problemi digestivi (grassi, oli e latticini per esempio), è difficile a volte scoprire di essere intolleranti proprio al glutine, o celiaci. Fermo restando che celiachia e intolleranza sono da affrontare con la massima serietà possibile, purtroppo è vero anche il fatto che per ora non si sa quanti siano gli individui intolleranti al glutine al mondo, visto che i sintomi (reflusso, bruciori, anemia, malattie autoimmuni, depressione, emicrania, sindrome dell’intestino irritabile, affaticamento cronico, decalcificazione ossea, gas intestinali, vertigini, ronzii, eruzioni cutanee, infertilità) sono vari e riconducibili a molte altre patologie. Purtroppo il diffondersi di test senza alcuna validità scientifica ha portato le persone prima a supporre e poi a convincersi di essere intolleranti al glutine; automaticamente poi, visto il grande numero di persone colpite da questi problemi (o da queste convinzioni) si è scatenata la corsa all’oro delle industrie: il panico alimentare viene aumentato dalle aziende che producono cibo gluten-free, spesso molto costoso.

Ma, anche se è innegabile che una percentuale consistente della popolazione possa soffrire a causa dell’intolleranza al glutine, non è dimostrato che chi invece non appartiene a questa categoria possa avere dei vantaggi evitando tutto ciò che lo contiene. Non vale sempre la regola che “sono stato meglio perché ho eliminato il glutine”; se avete risolto dei sintomi evitando il glutine bisogna prima capire se, contemporaneamente, avete anche modificato altri aspetti della vostra alimentazione. Voglio dire che, spesso, il miglioramento di alcuni sintomi è più dovuto ad un generale riassestamento dell’alimentazione piuttosto che ad una eliminazione di un certo cibo.

A proposito: molti pazienti vengono da me dicendo che sono intolleranti al glutine e poi mangiano tranquillamente farro e kamut: ebbene quella è proprio la prova evidente che l’intolleranza al glutine, in quel caso, non c’è…

LE FINTE UOVA

Termino solo con un piccolissimo inciso sulle uova. Ma non su quelle belle uova da gallina ruspante, ma su quelle uova che molti di noi prendono in alcuni fast food, tipo Mc Donald’s, Burger King, Chik-fil-A, Subway, Dunkin’ Donuts, Hardee’s. Ho trovato un’indagine di un giornalista che parla degli ingredienti fantastici trovati in queste pietanze!  Quella che segue è la composizione più manipolata, quella di Subway (che ha come slogan “Eat Fresh!”). Ma, attenzione, nella classifica di questa indagine Mc Donald’s è al secondo posto. Il piatto si chiama Egg Omelet Patty (Regular)! Gli ingredienti sono: uova intere, albume d’uovo, acqua, latte scremato in polvere, miscela d’uova di alta qualità, i cui ingredienti sono: isolato di proteina del pisello, sale, acido citrico, destrosio, gomma di Guar, gomma di xantano, estratti di spezie, antiaddensanti: glicole propilenico (è un solvente per coloranti e aromi alimentari utilizzato anche nell’antigelo, per lubrificare i compressori per condizionatori e nei deodoranti stick)  max. 2% silicato di calcio (è un antiagglomerante e un antiacido, viene utilizzato come sigillante per strade, tetti e calcestruzzo) e glicerina (solvente che si può trovare nei saponi, nelle creme idratanti e nelle creme da barba), olio di semi di soia, burro surrogato salato (olio di soia liquido e idrogenato, lecitina di soia, aromi naturali e artificiali, colorante: betacarotene; esaltatori di aromi: TBHQ (previene l’ossidazione degli oli vegetali e si trova anche in vernici, smalti e profumi) e acido citrico; additivo antischiuma: dimetilpolisilossano (vi si ricorre per impedire che dopo un utilizzo ripetuto gli oli di cottura producano schiuma, si trova in molti lubrificanti), sale. Che dire: buon appetito!

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